Casa del Mutilato

Negli anni ’20 iniziava nella Ravenna fascista un profondo fenomeno di rinnovamento urbanistico, avviato con la risistemazione della zona dantesca, in occasione del sesto centenario della morte (1921), e della vicina piazza del Littorio (ora piazza Caduti per la Libertà). Nel 1935 il Comune approvò il progetto di costruzione della ‘nuova piazza del mercato’ (odierna piazza Kennedy) e, tra 1937 e 1939, avviò ampi lavori: l’isolato dell’antico quartiere ebraico, degli orti Rasponi (di fronte al Palazzo Rasponi dalle Teste), dei resti della chiesa di S. Agnese e di altri edifici precedenti vennero interamente spianati in funzione dell’apertura della nuova piazza, nell’ambito di un radicale rinnovamento degli spazi del centro e dell’immagine urbana della città. Il progetto dell’edificio, commissionato dall’Associazione nazionali Mutilati e invalidi di guerra, fu redatto da Matteo Focaccia tra il 1938 e il 1942: la versione definitiva è quella di un ampio stabile allungato e asimmetrico, dalle forme imponenti, secche e geometriche, in mattoni a vista. Per la decorazione della facciata, intorno all’ampio atrio d’ingresso a pilastri, furono commissionate sculture e bassorilievi. Sopra l’ingresso campeggia ancora la citazione dantesca «Dall’alto scende virtù che m’aiuta». Nel 2000-2002 l’edificio è stato ristrutturato, nel rispetto della sua progettazione originaria. Nel salone interno furono posti, tra 1940 e 1941, cinque pannelli a mosaico dei quali, seppur nati con intento celebrativo del regime fascista, è innegabile il grande valore artistico e l’importanza che rivestono nella storia del mosaico moderno. Essi furono quasi immediatamente celati per protezione dai bombardamenti alleati: riportati alla luce nel 1994, sono attualmente visitabili previo accordo con la proprietà.

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