Casa Ghigi
Risalente forse al XV o XVI secolo, questa pregevole casa tardo-rinascimentale appartiene probabilmente al periodo di dominio veneziano su Ravenna. Caratteristici sono i due alti comignoli a pianta circolare collocati sul tetto sovrastante la facciata o è (il tetto a due falde ‘a capanno’, uno dei pochi esempi superstiti in città). Sotto al portico a cinque archi, con capitelli lombardeschi e mensole in sasso d’Istria, si aprono l’ingresso e le finestre con inferriate e stipiti marmorei. Tra 1754 e 1852 la Casa ospitò la famosa locanda della Spada d’Oro che vantò ospiti illustri da tutta Europa. L’edificio fu poi acquistato dalla facoltosa famiglia dei banchieri Ghigi (o Chigi), la cui arme a fasce e stelle campeggia sopra la porta d’ingresso. In seguito fu sede del Consorzio Agrario e poi della Esattoria comunale. In seguito fu sede del Consorzio Agrario e poi della Esattoria comunale. All’inizio del Novecento il canonico Paolo Ghigi commissionò importanti lavori di restauro e fece apporre, a una delle colonne del portico, la stampa della Madonna del Sudore, icona particolarmente cara ai ravennati.
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