Monastero di Porto e Loggetta Lombardesca
1496-1525
Durante il dominio veneziano (1441-1509) i canonici lateranensi edificarono in città un vasto monastero, in seguito affiancato dalla chiesa di S. Maria in Porto. Alla guida dei lateranensi ravennati furono posti, in questi anni, abati veneti: i lavori al monastero furono avviati con Silvano Morosini nel 1494 e compiuti entro i primi decenni del Cinquecento. Del complesso rimane oggi il magnifico chiostro centrale di stile rinascimentale a due ordini di logge affiancato da due ali laterali. Un secondo chiostro, ultimato nel 1522, affacciato verso l’attuale via di Roma, è oggi scomparso.
Le facciate a due spioventi dei corpi laterali, i balconi con bifora, e i tre ordini di finestre di forme diverse movimentano la facciata. Sul lato posteriore del corpo centrale si apre sui giardini della città la cosiddetta ‘Loggetta Lombardesca’ (o Loggia del Giardino) dotata di due ordini di archi con sottili lesene e colonne, che spiccano per l’eleganza e per il colore bianco dei marmi. I capitelli delle colonne sono un raffinato esempio di stile corinzio ‘lombardesco’, diffuso, generalmente in forme qualitativamente inferiori, negli edifici ravennati del XVI secolo. Nella Loggetta – e in generale nel monastero – hanno lavorato le maestranze altamente qualificate dirette dall’architetto e scultore veneziano Tullio Lombardo. Le arcate dell’ordine superiore sono delimitate da balaustre pure marmoree, rifatte nel 1904, mentre tra quelle inferiori sono stati collocati cancelli metallici nel 1907.
Il complesso monasteriale è stato più volte rimaneggiato e riconvertito a partire dal XIX secolo, dopo la soppressione napoleonica. Importanti restauri all’inizio degli anni ’70 del XX secolo hanno restituito monumentalità alla struttura, che ospita oggi il Museo d’Arte di Ravenna, già Pinacoteca Comunale.
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