Palazzo Corradini, poi Borghi
Questo ampio palazzo seicentesco preserva decorazioni interne e stucchi per lo più risalenti al secolo successivo, eseguiti in occasione di significative modifiche architettoniche. Il portale, di dimensioni sproporzionate e collocato in posizione asimmetrica entro la facciata rispetto alle finestre, integra un balcone in pietra d’Istria. Imponenti e vasti l’atrio e cortile interni, così come lo scalone e quasi tutti i vani, uno dei quali conserva lo stemma del cardinale Barberini; altri due presentano caminiere decorate con pregevoli stucchi e soffitti cassettonati. Gli edifici originariamente annessi intorno al cortile sono stati progressivamente demoliti e sostituiti con altri più recenti. Le circostanze della costruzione del palazzo sono ignote. La famiglia dei primi proprietari, forse i conti Ruggini, si estinse nel Settecento. Probabilmente nel 1717 il palazzo era già passato ai conti Ginanni Corradini, famiglia famosa – specie grazie a Giovanni – per l’importante impegno repubblicano e patriottico, per le numerose cariche civiche ricoperte, e per la militanza nella Giovane Italia ravennate, la cui diffusione locale è strettamente legata al palazzo stesso. La tradizione vuole che, nella prima metà dell’Ottocento, la banda del celebre bandito romagnolo Stefano Pelloni, detto ‘il Passatore’, la cui fama oscilla tra il sanguinario fuorilegge e il brigante-gentiluomo, fosse segretamente finanziata dai Ginanni Corradini in virtù del discredito che essa gettava sul governo papale. Nel tardo Ottocento, inoltre, il palazzo fu sede degli incontri del Partito Socialista Rivoluzionario di Romagna (nel 1882 qui vi fu la prima riunione ravennate, in appoggio al deputato Andrea Costa), fino alla vendita nel 1886 e all’acquisizione pubblica. Nel Novecento il Palazzo è stato destinato a caserma di polizia, sede di servizi pubblici e, fino agli anni Settanta, ad ulteriori funzioni per la cittadinanza. Oggi ospita la sede centrale del Campus di Ravenna dell’Università di Bologna.
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