Palazzo Rasponi dalle Teste
Costruito all’inizio del Settecento, forse su progetto seicentesco del già defunto Luca Danese (ma documenti ravennati suggeriscono un diverso e ignoto autore), questo palazzo è considerato tra i più belli della città. Il committente Giuseppe Rasponi, con l’appoggio dal fratello Giovanni, vescovo di Forlì dal 1660 al 1714, risolse a proprio favore una disputa con il parente Carlo Maria Rasponi a proposito del terreno destinato alla costruzione, proprietà della famiglia almeno sin dal XV secolo; Carlo Maria cercò senza successo di opporsi al nuovo palazzo che, con la sua mole, avrebbe finito per «togliere il lume» alla propria dimora che sorgeva nei pressi. Giovanni Rasponi apparteneva al ramo famigliare detto ‘dalle Teste’, i cui simboli si ritrovano nelle decorazioni poste sull’architrave delle finestre dei piani elevati: una testa di moro bendata alternata a una testa di leone. Sui davanzali vi sono invece le zampe di leone incrociate con artigli (rasponi), simbolo comune della casata, tra le più nobili d’Italia. I legami famigliari e la massiccia presenza cittadina, espressa anche attraverso i numerosi palazzi spesso raggruppati in uno stesso quartiere (si veda l’attiguo palazzo Rasponi detto ‘del Cavaliere’), permisero ai Rasponi, nonostante le rivalità interne, di esercitare un vasto e duraturo controllo sulle cariche pubbliche. La costruzione del palazzo dalle Teste, opera per certi versi anacronistica e sproporzionata, coincise tuttavia con il declino dell’epoca del vasto potere dei Rasponi sulla città. L’imponente facciata principale, completata solo nel 1738 da Ippolito, misura 70 metri; perfettamente simmetrica, è scandita dal portale centrale, dai balconi ai lati e dalla torretta centrale. L’apertura dell’odierna piazza Kennedy, sulla quale affaccia attualmente il palazzo, risale al 1930. In precedenza di fronte all’edificio correva una strada nei pressi della basilica di S. Agnese (V secolo), demolita nel 1936: alcuni elementi della chiesa sono conservati nell’enorme giardino interno del palazzo. Tra il 2011 e il 2014 il palazzo è stato ampiamente restaurato, in vista di una destinazione pubblica.
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