Palazzo Rasponi Murat, già Balbi
Costruito nel XV secolo da Giovanni Balbi, questo palazzo è tra i più antichi della città, sebbene le parti originarie superstiti siano limitate. La struttura massiccia, il basamento a scarpata, e gli imponenti barbacani superiori conferiscono un aspetto caratteristico, solo parzialmente rimodernato dagli interventi successivi. Dopo i Balbi, il palazzo passò ai Rasponi (1658), qui trasferitisi dalla loro precedente dimora, e poi via via a vari altri proprietari, tra i quali il conte Marco Fantuzzi (1740-1806), eminente studioso, archivista e storico ravennate che nel 1775 affidò la risistemazione di un’ala dell’edificio al giovane Camillo Morigia, che si occupò anche della costruzione del portale antistante, d’ingresso a quello che fu il giardino esterno del palazzo stesso. L’edificio tornò poi ai Rasponi grazie all’acquisto di Giulio, sposatosi nel 1825 con Luisa Murat, figlia del re di Napoli Gioacchino e di Carolina, sorella di Napoleone. Forse in previsione del matrimonio, già intorno al 1820 Giulio fece allestire, nei locali superiori dell’ala affacciata sull’odierna piazza Kennedy, un ricco ‘appartamento neoclassico’ le cui decorazioni furono affidate ad artisti di fama internazionale. La dimora divenne importante salotto di idee liberali e patriottiche: nei primi decenni dell’Ottocento, Giulio aveva già ricoperto molte e importanti cariche pubbliche. Le decorazioni interne, per lo più settecentesche e ottocentesche, sono ben preservate; nelle volte del piano terra si riconoscono le strutture a ombrello, probabilmente risalenti ancora al primo Cinquecento. L’attribuzione di alcuni dipinti a Felice Giani (1758-1823) è da escludere, ma forse si tratta di scuola faentina. L’edificio vanta una collezione di arredi, cimeli e opere d’arte impressionante, specie nell’appartamento ‘neoclassico’. I tesori artistici conservativi sono noti al pubblico sino almeno dalla pubblicazione, nel 1791, della prima ‘guida turistica’ di Ravenna, il Forestiere istruito delle cose notabili della città di Ravenna, a opera di Francesco Beltrami. Un valore aggiunto è rappresentato dalla biblioteca privata del palazzo, allestita dai Rasponi nei secoli e tuttora conservata. Il palazzo è attualmente proprietà privata.
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