San Michele in Africisco
La piccola chiesa, edificata pare verso la metà del VI secolo per volontà del banchiere greco Giuliano Argentario e del genero Bacauda, fu consacrata dall’arcivescovo Massimiano nel 547. La denominazione in Africisco deriva forse dalla regione in cui la chiesa si trovava nella città del X-XI secolo, detta ad Frigiselo. Presso la chiesa sorgeva uno dei ponti principali del centro sul tratto urbano del fiume Padenna, detto appunto ponte di S. Michele in Africisco. Nella stessa area, inoltre, si trovavano la corte e uno dei nuclei edilizi urbani più rilevanti della famiglia nobiliare dei da Polenta, Signori di Ravenna tra il tardo XIII e la prima metà del XV secolo. L’edificio, a tre navate originariamente scandite da pilastri, doveva essere ornato da notevoli mosaici. Un lacerto musivo con un motivo a fiori è conservato presso il Museo Nazionale, insieme a due capitelli di reimpiego inseriti nella chiesa in epoca tarda, e a una elaborata transenna presbiteriale, testimonianza della qualità dei materiali impiegati nella piccola chiesa. Del XIV secolo è il campanile ancora oggi visibile, ornato da bifore gotiche. Nel 1805 l’edificio perse la propria funzione cultuale e fu venduto a privati. Il pregevole mosaico absidale del VI° secolo, staccato al pari di altri lacerti nel XIX secolo e acquistato nel 1843 dal re di Prussia, si trova oggi esposto al Bode Museum di Berlino. Oggi l’ex chiesa è sede di un esercizio commerciale, nel quale risultano ancora visibili l’abside poligonale, la scansione a tre navate, la cappella quattrocentesca con volta a crociera. Dall’esterno, sui lati del campanile, si notano le antiche bifore, in parte tamponate.
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