Santo Stefano degli Ulivi o Santo Stefano ad Balneum Gotorum
La chiesa di Santo Stefano degli ulivi appare menzionata per la prima volta in documenti del X e dell’XI secolo. L’edificio primitivo si trovava presso il ‘bagno dei Goti’ (ad balneum Gothorum), un edificio termale, mentre la denominazione ‘degli ulivi’ (olivorum) risale probabilmente solo al XIII secolo. Nell’adiacente monastero, attestato sin dal 1313, fu probabilmente monaca Antonia Alighieri, figlia di Dante, tradizionalmente identificata con suor Beatrice, che qui morì nel 1371. Nel 1351 il convento fu unito a quello di S. Maria in Censeda o Conceda (o in Pedriale). Pur avendo già perduto la propria funzione sacra, l’edificio fu ricostruito nel 1752, con soluzioni interessanti quali la piccola facciata convessa, dall’architetto locale Domenico Barbiani. Nel 1805 le monache vennero trasferite a san Sebastiano a Rimini; seguì la vendita a privati dei loro beni, inclusa l’ex chiesa. L’edificio è stato caserma dei Vigili del fuoco dai primi anni del XX° secolo; successivamente, è stata adibita a deposito del corpo della Polizia municipale.
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